03/04/2020

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Dolore acuto e dolore cronico

Una delle distinzioni più importanti per poter classificare correttamente e poi trattare in modo adeguato il dolore ...

Una delle distinzioni più importanti per poter classificare correttamente e poi trattare in modo adeguato il dolore è quella tra dolore acuto e dolore cronico.

Per dolore acuto s’intende un dolore che tende a scomparire nel tempo. Questa definizione è da tenere bene a mente, perché capita che i pazienti per acuto intendano intenso. È legato di solito a un danneggiamento localizzato dei tessuti dell’organismo, come per esempio una ferita, una frattura, un’infezione in atto o un intervento chirurgico.

Il dolore cronico è invece un dolore che si protrae oltre i tempi normali di guarigione di una lesione o di un’infiammazione, abitualmente 3-6 mesi, e che può perdurare per anni.

Un aspetto particolarmente importante del dolore cronico è che esso può essere determinato non solo dal persistere dello stimolo dannoso, ma anche da un processo di automantenimento. Ciò è dovuto al fatto che la stimolazione dolorosa dei nervi persiste anche quando la sua causa è cessata.

Dolore acuto, il più diffuso

Il dolore acuto è il tipo di dolore più diffuso in tutto il mondo poiché accompagna, nella maggior parte dei casi, le ferite, gli interventi chirurgici, il parto e le patologie acute. La sua gestione è un problema di primaria importanza per tutti i sistemi sanitari: si calcola che al dolore acuto si debbano i due terzi circa di tutti gli accessi al pronto soccorso.

Nonostante i significativi progressi nella ricerca sul dolore e sulla sua gestione, milioni di persone continuano a soffrire a causa di un controllo del dolore inadeguato.

Il dolore non controllato o controllato in modo insufficiente non solo determina una situazione di disagio e sofferenza nel soggetto, ma ha anche diverse conseguenze negative:

  • ritarda la guarigione
  • aumenta il rischio di altri disturbi
  • prolunga il ricovero ospedaliero
  • aumenta il rischio di un dolore cronico persistente.

La speranza di una migliore gestione del dolore è venuta negli ultimi anni dallo sviluppo di nuovi farmaci.

il dolore cronico: un problema globale

le statistiche indicano che anche il dolore cronico è estremamente diffuso: colpisce in tutte le fasce di età e prevalentemente le donne. Inoltre, rappresenta una delle cause più frequenti di consulto con il medico. Se non adeguatamente trattato, non abbandona più il soggetto che ne è colpito, compromettendone spesso il benessere psicofisico, la condizione emotiva e la capacità relazionale. Per tutti questi motivi, è stato definito dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) come uno dei maggiori problemi globali di salute pubblica.

Il problema è particolarmente sentito nel Vecchio Continente. L’Eurobarometro, una serie di sondaggi di opinione pubblica condotti regolarmente dalla Commissione Europea a partire dal 1973, ha pubblicato nel 2007 un ampio rapporto sulla salute dei cittadini europei. Dall’analisi dei dati raccolti è emerso che un quarto circa degli intervistati ha sofferto di dolore cronico con intensità sufficiente a condizionare le attività della vita quotidiana.

Mal di schiena in cima alle classifiche

Le domande dell’Eurobarometro riguardavano anche i distretti corporei maggiormente dolenti: i problemi più frequenti riguardano la schiena. Le donne hanno mostrato di ricevere più trattamenti antalgici a lungo termine rispetto agli uomini (28% vs. 22%).

Da sottolineare che il dolore cronico è spesso legato a una patologia sottostante anch’essa cronica. Le patologie più frequentemente associate al dolore cronico sono:

  • l’osteoartrosi, causata dal progressivo consumo delle cartilagini che rivestono le ossa nelle articolazioni
  • l’endometriosi, un disturbo che colpisce la mucosa interna dell’utero
  • la vulvodinia (caratterizzata da dolore persistente ai genitali femminili)
  • la fibromialgia una malattia reumatica cronica che colpisce l'apparato muscolo-scheletrico,

caratterizzata da dolore diffuso, rigidità muscolare, disturbi del sonno, stanchezza cronica, e riduzione del tono dell'umore

  • le nevralgie
  • l’herpes zoster, o Fuoco di Sant’Antonio, dovuto all’infezione dei nervi da parte del virus della varicella, che rimane silente nel tessuto nervoso e può risvegliarsi anche dopo molti anni
  • gli esiti di un trauma.

 

http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=3769&area=curePalliativeTerapiaDolore&menu=terapia

https://www.fondazioneisal.it/che-cose-il-dolore-cronico/

https://s3.amazonaws.com/rdcms-iasp/files/production/public/Content/ContentFolders/Publications2/PainClinicalUpdates/Archives/PCU_19-3_web_revised_1390260400113_4.pdf

https://ec.europa.eu/commfrontoffice/publicopinion/archives/ebs/ebs_272e_en.pdf

https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/o/osteoartrosi

https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/e/endometriosi

https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/f/fibromialgia

https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/h/herpes-zoster

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