Dolore all’anca

Inquadramento
Quella dell'anca è l'articolazione di maggiori dimensioni dell'organismo e occupa una posizione centrale nell'apparato muscolo-scheletrico. Su di essa è costantemente caricato gran parte del peso del corpo. La sua integrità e il suo perfetto funzionamento sono essenziali non soltanto per poter camminare correttamente, ma anche per mantenere posture fisiologiche da seduti e da sdraiati ed effettuare movimenti di flessione e torsione del busto, sollevamento, estensione, rotazione, abduzione e adduzione delle gambe e, più in generale, tutti i movimenti che coinvolgono più o meno direttamente il bacino, l'area addominale e pelvica e la parte inferiore della schiena. La comparsa di un dolore significativo all'anca ha, quindi, sempre effetti invalidanti, limitando notevolmente la possibilità di dedicarsi alle attività abituali e determinando un serio scadimento della qualità di vita.
Il dolore all'anca può manifestarsi a qualunque età per le cause più diverse. In bambini, ragazzi e giovani adulti, il problema è determinato per lo più dalla presenza di difetti congeniti oppure da traumi acuti o da usura, soprattutto in chi pratica attività sportive che mettono sotto stress l'articolazione (ginnastica artistica, pattinaggio, nuoto sincronizzato, danza classica ecc.) o che espongono a un alto rischio di cadute o incidenti che implicano torsioni abnormi della coscia (sci, snow board, hokey su ghiaccio, ginnastica con attrezzi, salto ecc.). In età adulta, soprattutto dopo i 50-60 anni, a determinare dolore all'anca sono, nella maggior parte dei casi, problemi legati all'osteoartrosi dei due principali componenti dell'articolazione, vale a dire la superficie della testa del femore e quella dell'acetabolo che la accoglie. Più avanti, generalmente dopo i 65-70 anni, un problema abbastanza frequente a carico dell'articolazione dell'anca è la frattura, che si verifica soprattutto nelle donne affette da osteoporosi severa, in seguito a traumi modesti o in modo spontaneo. 
Oltre a queste cause più frequenti e facilmente riconoscibili, la comparsa di dolore all'anca può dipendere da innumerevoli altre patologie più o meno severe, a carico dell'articolazione, degli organi limitrofi o di tipo sistemico, che richiedono un trattamento mirato, talvolta urgente, da definire sulla base di un'accurata valutazione clinica e strumentale. Per questa ragione, a qualunque età, ogni forma dolorosa non banale di nuova insorgenza nella zona dell'anca deve essere sottoposta all'attenzione del medico e precisata con le indagini diagnostiche del caso. In proposito, va considerato che, a volte, un dolore che sembra interessare l'articolazione dell'anca è legato, in realtà, a problemi a carico di altri organi.

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Possibili cause di dolore dell'anca
Oltre a osteoartrosi e artriti di varia origine, traumi e fratture, tra le innumerevoli cause di dolore all'anca si possono ricordare:

  • borsiti, tendini e infiammazioni a carico dei tessuti molli che circondano e articolano la testa del femore e l'acetabolo;
  • spondilite anchilosante (malattia reumatica infiammatoria su base genetica che interessa il tratto sacrale della colonna vertebrale, causando alterazioni ossee e dolore che si irradia ai glutei e alla gamba);
  • artrite associata a malattie infiammatorie intestinali croniche (come la colite ulcerosa e la malattia di Crohn);
  • infiammazione del nervo sciatico (specie se coinvolge anche i nervi che partono dalle vertebre lombari, verso il bacino e le gambe);
  • infiammazione del nervo femorale laterale cutaneo (frequente in gravidanza, in chi soffre di diabete e in chi indossa abitualmente abiti molto stretti a livello di bacino e cosce);
  • presenza di un'ernia inguinale o femorale;
  • fibromialgia (sindrome caratterizzata dalla presenza di dolore muscolare diffuso, crampi, disturbi del sonno e forte affaticamento);
  • infiammazioni e infezioni virali o batteriche dell'articolazione dell'anca;
  • anemia a cellule falciformi (grave forma di anemia ereditaria nella quale i globuli rossi assumono una forma di falce);
  • necrosi della testa del femore (degenerazione dell'osso e delle strutture circostanti che può insorge a causa di un'alterata vascolarizzazione, come esito di una frattura/lussazione non correttamente risolte o anche come evento avverso di alcune terapie, come la radioterapia nella zona del bacino o l'assunzione di corticosteroidi ad alte dosi; nell'infanzia, rappresenta la manifestazione principale del morbo di Perthes);
  • presenza di una neoplasia ossea primaria o metastatica.

Va precisato che, se il dolore all'anca dipende da malattie non primariamente legate all'articolazione o che coinvolgono anche altri organi o apparati, di norma, sono presenti anche altri sintomi più o meno specifici che inducono a consultare il medico.

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Osteoartrosi dell'anca
L'osteoartrosi è la causa più frequente di dolore e limitazione dei movimenti dell'anca dopo i 50-60 anni. Come l'artrosi a carico di tutte le altre articolazioni, i sintomi sono determinati dall'assottigliamento delle cartilagini articolari e dalla conseguente degenerazione delle superfici ossee della testa femore e dell'acetabolo dell'anca, che diventano irregolari e scorrono meno facilmente l'una sull'altra, causando infiammazione e dolore. 
L'artrosi dell'anca può insorgere senza ragioni specifiche, a causa dell'usura associata all'avanzare dell'età (artrosi primitiva), oppure comparire come conseguenza di una displasia dell'anca non adeguatamente trattata in età pediatrica, del morbo di Perthes (degenerazione ossea della porzione superiore del femore di causa ignota, con insorgenza nell'infanzia), di una frattura o di una lussazione pregresse (anche in età giovanile), di un'artrite infiammatoria o settica oppure di condizioni reumatologiche con base autoimmunitaria (come la spondilite anchilosante o il lupus eritematoso sistemico). Anche la presenza di alterazioni croniche a carico del ginocchio, della caviglia o del piede che costringono a camminare in modo improprio, possono favorire lo sviluppo di artrosi dell'anca, trasmettendo sollecitazioni abnormi ripetute a questo livello per diversi anni.
Il dolore all'anca associato all'osteoartrosi è presente in modo pressoché costante durante il movimento delle gambe, del bacino e del busto, inducendo chi ne soffre a ridurre progressivamente il livello di attività fisica quotidiana (camminare, correre, salire o scendere le scale, andare in bicicletta, sbrigare le faccende di casa, fare la spesa, fare ginnastica ecc.). Nelle forme lievi-moderate i sintomi si attenuano a riposo, mentre nelle forme di degenerazione articolare più severe e avanzate il dolore può essere spontaneo e rilevante anche mentre se si è fermi, seduti o sdraiati, risultando invalidante e determinando un serio scadimento della qualità di vita. 
Il dolore associato all'osteoartrosi dell'anca è di tipo infiammatorio e, come tale, può acuirsi notevolmente in determinati periodi, per esempio a seguito di sforzi specifici anche non particolarmente rilevanti (una passeggiata troppo lunga, una corsa, il trasporto di pesi eccessivi, l'esecuzione di movimenti bruschi con il bacino ecc.), del mantenimento di posture scorrette o di cambiamenti climatici. Generalmente, il peggioramento è transitorio e il dolore può essere contrastato con il riposo e l'assunzione di farmaci analgesici/antinfiammatori per alcuni giorni, secondo le indicazioni del medico. 
Se gli attacchi dolorosi acuti tendono a ripresentarsi spesso o il dolore di base a essere incompatibile con una sufficiente autonomia e un livello accettabile di benessere generale va preso in considerazione l'intervento chirurgico di artroplastica parziale o totale dell'anca, che consiste nella sostituzione della sola testa del femore o dell'acetabolo oppure di entrambi con protesi in materiali biocompatibili. In passato, questo tipo di interventi era riservato a persone anziane con articolazione dell'anca fortemente degenerata, che causava dolore non controllabile con i trattamenti farmacologici disponibili e che impediva di camminare. Oggi, grazie agli avanzamenti nelle tecniche di chirurgia ortopedica e all'evoluzione nel campo delle protesi e dei materiali, i medici tendono a proporre l'artroplastica anche a persone relativamente giovani, soprattutto quando il dolore dell'anca si associa a deficit funzionali.

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Frattura dell'anca
Una frattura dell'anca può verificarsi a qualunque età in seguito a traumi di una certa importanza che coinvolgono la zona del bacino e/o la parte superiore della gamba. Tuttavia, il problema riguarda principalmente persone anziane, specie se interessate da forme severe di impoverimento osseo (osteopenia od osteoporosi), che favoriscono fratture spontanee o dopo traumi modesti, e/o da disturbi dell'equilibrio e/o della vista, che facilitano cadute accidentali all'esterno o all'interno dell'abitazione.
Generalmente, le fratture dell'anca in età avanzata riguardano soprattutto la testa o il collo del femore e, molto spesso, richiedono un intervento chirurgico (con eventuale applicazione di protesi) per essere risolte. Benché gli interventi di riparazione e/o artroplastica siano ormai collaudati, la chirurgia ortopedica, soprattutto negli anziani, si associa a rischi non trascurabili sul piano tromboembolico (trombosi, embolia polmonare e ictus cerebrale), infettivo e di alterazione delle capacità cognitive (come sequela dell'anestesia generale, tendenzialmente transitoria). Inoltre, è noto che le fratture dell'anca in età avanzata si associano a un significativo aumento della mortalità nei mesi/anni successivi.
Per evitare problemi di questo tipo è importante cercare di ridurre al minimo il rischio di cadute e traumi a carico dell'anca e del femore, a ogni età, ma soprattutto dopo i 60 anni. In proposito, dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha predisposto specifiche linee guida per prevenire le cadute negli anziani, liberamente consultabili sul sito del Piano Nazionale Linee Guida - PNLG (http://www.snlg-iss.it/cms/files/LG_incidenti_domestici.pdf)..

Consigli pratici per prevenire cadute

  • Compatibilmente con le potenzialità e le condizioni cliniche individuali, svolgere regolarmente attività fisica, per mantenere un'adeguata massa muscolare, una buona mobilità articolare e un migliore equilibrio.
  • Usare ciabatte e scarpe chiuse e con suola antiscivolo.
  • Se si hanno problemi di equilibrio o difficoltà a camminare, aiutarsi con un bastone.
  • Non salire in piedi su seggiole, scale portatili o altri dislivelli.
  • Evitare di trasportare oggetti pesanti o ingombranti da soli.
  • Chiedere aiuto per entrare e uscire dalla vasca da bagno o dalla doccia.
  • Prevedere controlli periodici della vista e tenere sempre gli occhiali a portata di mano.
  • Alzarsi lentamente, aiutandosi con le braccia, e attendere alcuni istanti prima di iniziare a camminare.
  • Mantenere i corridoi liberi da intralci, ben illuminati e privi di fili elettrici o altri cavi in cui si potrebbe inciampare.
  • Eliminare i tappeti oppure fissarli al pavimento o dotarli di dispositivi antiscivolo.
  • Applicare strisce antiscivolo su ogni gradino delle scale e appoggiarsi al corrimano mentre si sale.
  • Mantenere i pavimenti asciutti e non scivolosi, privi di ostacoli e ben illuminati.
  • In bagno, prevedere: tappeti antiscivolo sui pavimenti, nella vasca e nella doccia; maniglie di sostegno nei punti critici; sedili d'appoggio in vasca e doccia.

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Trattamento del dolore d'anca
Una volta accertata la causa del dolore d'anca e individuato il trattamento specifico del caso, per controllare il sintomo si può ricorrere a farmaci analgesici e/o antinfiammatori rispettando i dosaggi, i tempi e le modalità d'assunzione indicati dal medico. 
La terapia con farmaci analgesici e/o antinfiammatori rappresenta il primo approccio di gestione sintomatica del dolore dell'anca determinato dall'osteoartrosi dell'articolazione, dovuta alla comune degenerazione della cartilagine articolare legata all'età o ad alterazioni secondarie (fratture pregresse, infezioni dell'articolazione risolte da tempo, displasia dell'anca non perfettamente compensata durante i primi anni di vita ecc.). Il trattamento antalgico ben condotto è in grado di offrire un sollievo apprezzabile in caso di dolore lieve-moderato, ma non di risolvere il problema articolare di base che, con il tempo, tenderà naturalmente a peggiorare, richiedendo interventi più invasivi e specifici per essere gestito (artroplastica).
Sempre in caso di osteoartrosi dell'anca, al di fuori dei periodi di dolore acuto, per rallentare il processo degenerativo, prevenire riacutizzazioni e migliorare la funzionalità articolare può essere utile seguire programmi di riabilitazione fisioterapica, compatibilmente con l'età, le condizioni fisiche generali e lo stato dell'articolazione. Il trattamento fisioterapico può prevedere esercizi a terra (da effettuare in palestra) oppure in acqua (in piscine riscaldate, con acqua a livello del torace), con o senza carichi applicati: in entrambi i casi, le specifiche attività motorie, la durata delle singole sessioni e del programma globale e la frequenza degli allenamenti devono essere definiti da un fisioterapista esperto, dopo un'accurata valutazione ortopedica. Generalmente, la riabilitazione fisioterapica offre un beneficio apprezzabile, che si mantiene per diverse settimane o mesi ed, essendo del tutto innocua, può essere ripetuta periodicamente per mantenere il risultato ottenuto.
La riabilitazione fisioterapica è, poi, sempre indispensabile dopo un periodo di immobilizzazione dell'articolazione dell'anca (per esempio a causa di una frattura) e dopo l'intervento chirurgico di artroplastica parziale o totale, per facilitare una piena guarigione, rinforzare la muscolatura e i tessuti di supporto e recuperare una corretta mobilità.

Fonti

  1. Medline Plus. Hip pain

  2. Mayo Clinic. Hip fracture