Rimedi e trattamenti non farmacologici del dolore

Il dolore è un'esperienza spiacevole, molto complessa, che riconosce diverse componenti: ogni stimolo doloroso viene percepito a livello fisico, attraverso i meccanismi che trasportano lo stimolo dei recettori nocicettivi e passando attraverso il midollo spinale arrivano al cervello, cognitivo, di integrazione dei segnali in arrivo ed emozionale. Proprio grazie a tale complessità, oltre all'approccio farmacologico il controllo del dolore può avvantaggiarsi anche di altri approcci terapeutici non farmacologici, sia cognitivo-comportamentali, sia fisici, che agiscono a diversi livelli. Soprattutto per quanto riguarda il dolore cronico: è ormai dimostrato come stimolazioni nocicettive continue e persistenti possano alterare l'architettura del sistema nervoso deputato alla percezione e all'integrazione degli stimoli dolorifici; pertanto, la cura della causa sottostante non è sempre sufficiente, da sola, a ripristinare uno stato di benessere. Di seguito viene proposto un elenco di tecniche tra quelle maggiormente utilizzate nella terapia del dolore.

 

AGOPUNTURA

L'agopuntura è una tecnica terapeutica, che fa parte della Medicina tradizionale cinese, la cui efficacia a diversi livelli è ormai ampiamente documentata. Il metodo prevede l'inserimento di sottili aghi in particolari punti del corpo. Secondo le teorie cinesi, il corpo è attraversato da canali energetici chiamati meridiani che sono in connessione con i diversi organi e apparati. Attraverso la stimolazione di punti specifici si attivano tali canali e, di conseguenza, si produce una risposta da parte degli organi o apparati corrispondenti. In chiave più occidentale, i punti stimolati corrispondono a specifici punti del sistema nervoso la cui stimolazione induce il rilascio di diversi neurotrasmettitori. In ogni modo, l'applicazione dell'agopuntura nella terapia del dolore è supportata da un gran numero di studi clinici. La sua efficacia è però evidenziabile solo in alcune forme di dolore e non in altre: per esempio in alcune condizioni di dolore cronico, come quello nocicettivo muscolo-scheletrico, l'agopuntura induce effetti positivi mantenuti anche a lungo termine, mentre forme di dolore cronico idiopatico non rispondono nello stesso modo.

 

CHIROPRATICA

La chiropratica si avvale di interventi manuali che agiscono soprattutto a livello vertebrale con lo scopo di risolvere dolori acuti e cronici di varia natura. Si fonda sull'ipotesi che la corretta funzionalità della colonna vertebrale sia essenziale per la salute e il benessere dell'intero organismo. E questo perché essendoci un legame molto stretto tra tale struttura e il sistema nervoso qualsiasi alterazione a carico della prima si ripercuote sul secondo, con irritazioni e compressioni nel midollo e nei nervi spinali che si manifestano con sintomi come cervicalgia, dorsalgia, lombalgia, cefalea, dolori agli arti e difetti di movimento. Sebbene possa essere confusa con l'osteopatia, con la quale presenta molti punti di contatto, le due discipline sono differenti. Il principio su cui si basa la chiropratica, nata (come l'osteopatia) negli Stati Uniti verso la fine dell'Ottocento, riconosce al sistema nervoso il ruolo centrale per il buon funzionamento di tutto l'organismo, ruolo che nell'idea ispiratrice dell'osteopatia è invece svolto dal sistema circolatorio. Anche le tecniche manuali correttive differiscono: in chiropratica le manipolazioni sono in genere basate su leve corte e movimenti rapidi, precisi e poco ampi, al contrario nell'osteopatia le leve sono lunghe e i movimenti lenti e ampi.

 

OSTEOPATIA

L'osteopatia è una tecnica terapeutica manuale nata negli Stati Uniti alla metà dell'Ottocento come alternativa all'utilizzo dei farmaci e della chirurgia. Secondo le teorie su cui si basa questo approccio, alcune tecniche manipolative sono in grado di sbloccare le capacità intrinseche del nostro organismo di autocurarsi. È quindi un metodo globale, sia di cura sia di prevenzione, che attraverso manovre specifiche tende a ristabilire la mobilità e l'armonia funzionale di tutte le strutture dell'organismo (ossa, articolazioni, muscoli, nonché organi viscerali, sistema nervoso e cardiocircolatorio) in modo da ripristinare l'equilibrio turbato da una condizione patologica e mettere l'organismo nelle condizioni migliori per poterla combattere. L'efficacia di questo tipo di approccio è evidente soprattutto nella prevenzione e nel trattamento di disturbi muscolo-scheletrici quali, per esempio, mal di schiena, cervicalgie, lombalgie, dolori articolari e parestesie, oltre che di problemi posturali e viscerali, come le coliti.

 

TECNICHE DI RILASSAMENTO

Esistono numerose tecniche di rilassamento che si sono rivelate utili, di caso in caso, nel migliorare il benessere, soprattutto negli stati di dolore cronico. Infatti, il dolore e altri stress fisici e psichici in genere aumentano l'attivazione del sistema nervoso e peggiorano lo stato emotivo e la tensione muscolare. Tali conseguenze, soprattutto la tensione muscolare, hanno la capacità di auto alimentarsi, producendo così un circolo vizioso che porta a un aumento del dolore. Attraverso un buon rilassamento è possibile ridurre sia la tensione muscolare sia le risposte emotive negative, con conseguente riduzione progressiva del dolore e miglioramento dello stato di benessere. Le tecniche possibili sono diverse, variano dallo yoga, alla musicoterapia, al training autogeno, alla respirazione profonda e altri ancora. Nessuna di queste tecniche è più efficace di un'altra in linea di principio, ma i risultati dipendono dalle preferenze del paziente e dalle sue capacità di mettere in atto correttamente la tecnica scelta e dalla costanza nell'applicarla. Solo una pratica quotidiana, continuata per diverse settimane sembra in grado di dare risultati soddisfacenti.

 

IPNOSI

Con il termine ipnosi si intende una particolare condizione nella quale è presente uno stato di coscienza diverso dal normale stato di veglia ma anche da qualsiasi fase del sonno. La terapia che sfrutta l'ipnosi, chiamata ipnoterapia, implica un intervento preciso da parte di un terapeuta (ma che è anche effettuabile dallo stesso paziente, nel qual caso si parla di autoipnosi) mirato a indurre lo stato di ipnosi con lo scopo di utilizzare a scopo medico tutte le potenzialità intrinseche del paziente che si rendono disponibili appieno soltanto in questo particolare stato di coscienza.
Oggi l'ipnoterapia è ufficialmente accettate dalla medicina sulla base di numerose prove che ne hanno dimostrato l'efficacia nel controllo del dolore. I meccanismi attraverso i quali questa tecnica agisce non sono tutti noti, ma si pensa che possano essere chiamate in causa la distrazione (si sa che l'attenzione focalizzata sull'agente lesivo e sull'area corporea interessata potenzia la percezione dolorosa, mentre la semplice distrazione ha effetto nel ridurla), la riduzione dell'ansia associata al dolore, ma anche una modulazione dei sistemi nervosi sensoriali. L'effetto dell'ipnosi dipende in modo specifico dal grado d'ipnotizzabilità del paziente.

 

MASSAGGI

Esistono diverse evidenze riportate in letteratura della validità del massaggio nell'alleviare il dolore, soprattutto quello cronico, di origine non tumorale, e in special modo quello muscolo-scheletrico, con effetti benefici spesso persistenti a lungo termine. I meccanismi con i quali il massaggio produce tali effetti non sono chiariti del tutto, sebbene si ipotizzino diverse attività che possono interferire positivamente con il dolore: un'azione rilassante, il miglioramento dell'umore, la stimolazione del rilascio di serotonina (neurotrasmettitore coinvolto nella modulazione delle sensazioni dolorose), il miglioramento del sonno, con inibizione del rilascio di alcune sostanze algogene, e anche una "competizione" tra le stimolazioni positive indotte dal massaggio sui recettori pressori e quelle algiche sui nocicettori, che verrebbero inibite. È evidente che per essere efficace nel controllo del dolore il massaggio deve essere praticato da un terapista esperto che abbia dimestichezza con le tecniche di manipolazione adatte agli obiettivi terapeutici.

 

FISIOCHINESITERAPIA

Il termine fisiochinesiterapia è molto generico e racchiude diversi tipi di terapia fisica e manuale. Tra questi le tecniche di fisioterapia, che utilizzano stimolazioni fisiche (quali per esempio ionoterapia, elettrostimolazione, terapia con ultrasuoni, laser terapia, infrarossi ecc.), e quelle di chinesiterapia, ovvero la terapia attraverso il movimento (che può essere passivo, attivo, assistito, e via dicendo). È chiaro quindi che anche gli effetti che si possono ottenere attraverso l'applicazione di queste tecniche sono innumerevoli e l'azione antalgica può essere mediata da meccanismi diversi. Le tecniche specifiche vengono scelte a seconda del caso, in base alle condizioni del paziente e alla patologia che induce dolore: le indicazioni per questi trattamenti sono infatti molteplici, da condizioni acute come le fratture, alle paralisi periferiche e centrali, alla lombalgia e alla scoliosi, all'osteoporosi, fino alle malattie croniche come le periartriti, ma ciascun metodo ha le sue indicazioni e controindicazioni specifiche.

 

OZONOTERAPIA

L'ozono è una forma molecolare dell'ossigeno composta da tre atomi (O3) che si forma dall'ossigeno (O2) per azione dei raggi ultravioletti. È normalmente presente nell'aria, in concentrazioni molto inferiori a quelle dell'O2. È entrato nell'uso medico intorno al 1915 grazie alle sue proprietà disinfettanti e oggi viene utilizzato come miscela ossigeno-ozono. Gli effetti terapeutici della ozonoterapia sono riconducibili alle sue proprietà biochimiche, dovute essenzialmente all'elevato potere ossidante. Ha attività antibatterica e antivirale, produce un'azione simile all'ipertermia e ha effetti sul sistema immunitario. Per questo l'ozonoterapia trova applicazione in svariate malattie, soprattutto in quelle in cui vi sia un'alterazione nel circolo arterioso e venoso, nelle infezioni e nelle patologie a base immunitaria e reumatica. Tra le condizioni dolorose nelle quali viene indicata ricordiamo: lombosciatalgie, periartriti, osteocondriti, ernie e protrusioni dei dischi intervertebrali, artrosi.

 

ELETTROSTIMOLAZIONE/TENS

L'elettrostimolazione utilizza impulsi elettrici a bassa frequenza per stimolare le fibre muscolari e indurre una contrazione della muscolatura. Questa azione può essere sfruttata in terapia per prevenire o ritardare l'atrofia dei muscoli quando per diverse ragioni non vengono utilizzati, e ne incrementa nel contempo la potenza e la forza. L'elettrostimolazione può favorire la rieducazione dei muscoli al movimento, ma viene utilizzata anche per rilassare gli spasmi muscolari e incrementare la circolazione sanguigna. La stimolazione elettrica transcutanea nervosa o TENS (Transcutaneous Electric Nervous Stimulation) è invece indicata per ridurre direttamente la sensibilità al dolore. Si tratta dell'applicazione di correnti di intensità e durata appositamente studiate per eccitare soltanto le fibre nervose della sensibilità tattile. Gli stimoli nervosi così prodotti risalgono attraverso i nervi sensoriali e arrivano al midollo spinale dove bloccano la trasmissione verso il cervello degli eventuali impulsi nocicettivi. Questa stimolazione, a differenza di quanto avviene durante l'elettrostimolazione muscolare, non deve indurre alcuna contrazione. Questo tipo di stimolazione è in grado di alleviare le sensazioni dolorifiche sia nel caso di dolore cronico sia nel controllo del dolore acuto post-traumatico o postoperatorio, e può essere utilizzata come coadiuvante di altri trattamenti.