XXII Edizione della Giornata Nazionale del Sollievo: cos'è il dolore?

Perché la Giornata Nazionale del Sollievo?

“L’accesso alla gestione del dolore è un diritto umano  fondamentale”.¹

La legge 15 marzo 2010 n.38 garantisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore da parte del malato nell’ambito dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) al fine di assicurare cure e assistenza nelle fasi finali della vita, nel rispetto della dignità e dell’autonomia della persona umana, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza in questa delicata fase dell’esistenza.² La legge impegna il sistema a occuparsi di cure palliative (CP) e terapia del dolore (TD) in tutti gli ambiti assistenziali, in ogni fase della vita e per qualunque patologia ad andamento cronico ed evolutivo, per le quali non esistono terapie o, se vi sono, risultano inadeguate ai fini della stabilizzazione della malattia.²

Per sottolineare il diritto che ognuno di noi ha di non soffrire e per sensibilizzare i medici e tutti coloro che operano in ambito sanitario sull’importanza di ascoltare il paziente con dolore, il 28 maggio 2023 si è celebrata la XXII edizione della Giornata Nazionale del Sollievo.³ Nata per gestire la sofferenza nelle fasi terminali della vita, oggi il significato della Giornata nazionale del Sollievo è abbracciare tutte le condizioni di malattia e le problematiche esistenziali che comportano sofferenza.

Infatti, ancora troppe persone “sopportano” il dolore e non ne ricevono un adeguato sollievo, come evidenziato da alcuni dati ANSA, secondo cui il dolore cronico coinvolge circa 16 milioni di italiani e circa il 25%, pur curandosi, continua a soffrire perché si cura male, con ricadute a livello della qualità della vita.⁴

Che cos’è il dolore?

Recentemente l’Associazione internazionale per lo studio del dolore (International Association for the Study of Pain, IASP) ne ha rivisto la definizione accettata negli ultimi anni, dichiarando che: “Il dolore è un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata con, o apparentemente associata con, un reale o un potenziale danno ai tessuti.”¹

La stessa Associazione stabilisce anche che:

• il dolore è sempre un’esperienza personale che viene influenzata a diversi livelli da fattori biologici, psicologici e sociali;¹
• il resoconto di un’esperienza, come il dolore, effettuato da una persona dovrebbe essere rispettato;¹
• la percezione del dolore può avere degli effetti deleteri sulla funzionalità di una persona e sul suo benessere sociale e psicologico;¹
• la descrizione verbale è solo uno dei diversi comportamenti utili per esprimere il dolore.¹

In particolare, il dolore acuto si manifesta improvvisamente, ha una causa specifica, ad esempio un intervento chirurgico o una frattura ossea, e in genere è tagliente e scompare insieme con la sua causa.⁵ Il dolore cronico, al contrario, dura per oltre 6 mesi e si mantiene anche dopo che la causa che l’ha scatenato è scomparsa.⁵

Questa tipologia di dolore può essere legata a condizioni quali:⁵

• mal di testa;
• artrosi;
• cancro;
• dolore ai nervi;
• mal di schiena;
• fibromialgia.

Come può essere il dolore?

Il dolore è una sensazione spiacevole come:⁶

• una puntura;
• un formicolio;
• un bruciore;
• un indolenzimento.

Inoltre, la percezione del dolore può essere:⁶

• tagliente;
• diffuso;
• sordo;
• intermittente (va e viene);
• costante;
• specifico di un’area del corpo come schiena, addome, petto, pelvi.

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Che funzione ha il dolore?

Provare dolore è un segnale proveniente dal nostro sistema nervoso che indica che ‘’qualcosa non va”.⁶

La capacità del corpo umano di provare dolore è parte di un meccanismo di difesa che ha lo scopo di mantenere la propria integrità e di proteggersi dal pericolo.⁷

Tuttavia, per definizione, tutti i dolori fanno male.⁷ Per questo motivo, spesso ci rivolgiamo ad amici e conoscenti nella speranza di ricevere “la ricetta giusta” per spegnere quella sensazione che non fa dormire la notte e che rende difficile ogni nostra attività quotidiana, facendoci cadere nelle “rete dei falsi miti”.

Il dolore, inoltre, di per sé interferisce anche con la comunicazione perché chi prova dolore può avere disturbi del sonno o essere nervoso, con una ricaduta sulla capacità di pensare e di esprimersi: il dolore è un’esperienza soggettiva e spesso chi cerca di comunicare la propria sensazione dolorosa o la causa che provoca il dolore può essere considerato “esagerato” e non creduto.⁸

A questo scopo Angelini Pharma ha raccolto intorno a un microfono tre medici tra cui un Ortopedico, un Medico di Medicina Generale e un Medico di Pronto Soccorso che hanno sfatato insieme alcuni falsi miti relativi al dolore e proposto alcuni consigli utili per affrontarlo.

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