Dolore cronico e depressione negli anziani
La terza età è un periodo della vita spesso accompagnato, oltre che da possibili malattie e disturbi, da due condizioni fortemente invalidanti: il dolore cronico e la depressione. Si stima infatti che soffra di dolore cronico fino al 55% delle persone con più di 60 anni di età e fino al 62% di quelle con più di 75 anni, e la percentuale di prevalenza può arrivare addirittura all’83% nel caso di soggetti ospitati nelle residenze assistenziali per anziani (RSA). La depressione, d’altra parte, affligge invece circa una persona su sei oltre i 50 anni ed è sempre più frequente con l’aumentare dell’età, tanto da essere unanimemente considerata come il problema di salute mentale più diffuso in età avanzata (e fortunatamente anche il più curabile).
Un binomio frequente
Un aspetto particolarmente significativo è che le due condizioni si presentano spesso insieme, soprattutto nelle donne: chi soffre di dolore cronico ha un rischio di andare incontro a depressione fino a quattro volte maggiore rispetto a una persona senza dolore. Se si guarda in particolare alla popolazione anziana, si stima che il 13% soffra simultaneamente di sintomi dolorosi cronici e sintomi depressivi. Inoltre, tra gli anziani le forme di dolore cronico più gravi sono quelle maggiormente associate a depressione.
Un’origine comune?
Esistono due grandi tipologie di dolore: il dolore nocicettivo e quello neuropatico. Nel primo caso, lo stimolo doloroso deriva da un danno in atto o minacciato a un tessuto che non fa parte del sistema nervoso. Nel secondo caso il dolore è prodotto da una lesione o una malattia del sistema nervoso, in particolare delle vie che trasmettono gli impulsi per la sensibilità tattile, termica e dolorifica.
Questa distinzione è importante da tenere a mente perché i soggetti con un disturbo depressivo maggiore c’è una probabilità tre volte maggiore di soffrire di un dolore nocicettivo e sei volte maggiore di soffrire di un dolore neuropatico.
Questi dati hanno portato gli esperti a formulare l’ipotesi che le due condizioni possano avere un’origine comune, e cioè una forma di neuroinfiammazione cronica che non si accompagna ad altre manifestazioni cliniche.
Gestione e trattamento
Per il medico, gestire un paziente anziano che soffre contemporaneamente di dolore cronico e di depressione rappresenta una sfida. Spesso si procede trattando i due disturbi separatamente, seguendo le raccomandazioni delle rispettive linee guida, sia per l’approccio farmacologico sia per quello non farmacologico. Nel caso dell’approccio farmacologico, tuttavia, gli studi sembrano indicare che trattando sia la depressione sia dolore cronico si possano ottenere risultati migliori.
Per quanto riguarda invece i trattamenti non farmacologici, la psicoterapia di indirizzo cognitivo-comportamentale ha dimostrato di poter portare a benefici clinici, utilizzando tecniche simili per entrambe le condizioni. Ciò si deve probabilmente al fatto che nell’associazione dolore cronico-depressione hanno una notevole importanza anche le componenti emotive e cognitive del soggetto, sulle quali si può intervenire efficacemente con un counseling mirato.
Esistono prove di efficacia sempre più consistenti anche per l’agopuntura, utilizzata come terapia adiuvante di una terapia convenzionale o del counseling. Recentemente, si sono guadagnati una grande attenzione anche altri trattamenti non farmacologici, quali l’ipnoterapia, l’esercizio fisico e le tecniche di rilassamento.
Fonti
Zis P et al. Depression and chronic pain in the elderly: links and management challenges. Clinical Interventions in Aging 2017:12 709–720 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5407450/