La Fibromialgia

Il termine fibromialgia – patologia a cui è dedicata una giornata mondiale, celebrata il 12 maggio – sottende un dolore (“algia”) che interessa strutture fibrose (“fibro”), quali tendini e legamenti, e muscoli (“mio”). In realtà, più che di una malattia in senso stretto, si tratta di una sindrome, in quanto comporta sia sintomi (ciò che il paziente riferisce al medico) sia segni (ciò che il medico riscontra nella visita). Si stima interessare 1,5-2 milioni di Italiani. La fibromialgia è in effetti una forma di reumatismo extra-articolare o dei tessuti molli e la sua diagnosi si basa principalmente da quanto il paziente riferisce. L’invalidità ad essa correlata è oggetto di un disegno di legge mirato a riconoscerla come malattia invalidante.

Origine ancora ignota

La causa è ancora sconosciuta. Si ritiene che la fibromialgia sia multifattoriale, che può essere scatenata da vari elementi, quali una malattia, un lutto familiare o un trauma fisico o psichico, mentre è più difficile identificare un singolo evento responsabile dell’insorgenza dei sintomi. Alcuni studi hanno documentato alterazioni di neurotrasmettitori del sistema nervoso centrale o di sostanze ormonali, come pure alterazioni nella qualità del sonno e/o una riduzione della soglia del dolore.

Il dolore

Il dolore può interessare qualunque distretto corporeo, anche se può cominciare in una sede localizzata, come la colonna cervicale o le spalle, e con il tempo diffondersi altrove. Viene descritto in maniera diversa, da sensazione di bruciore, rigidità, contrattura, tensione e così via, e spesso cambia in rapporto al momento della giornata, al livello di attività, alle condizioni meteorologiche, al ritmo sonno/veglia e allo stress. Il più delle volte è costantemente presente e viene avvertito principalmente ai muscoli. A dispetto di questo scenario, l’aspetto del paziente è quello di un individuo sano e la visita risulta di solito nella norma. L’elemento che orienta però verso la diagnosi è la presenza di “tender point” ossia di aree dolenti che possono essere normalmente latenti e alla digitopressione. La fatica muscolare (astenia) è molto frequente (90% dei casi) e si associa a una sensazione spesso descritta come “muscoli annodati”. I pazienti possono lamentare una stanchezza simile a quella riscontrata in un’altra patologia, denominata sindrome da affaticamento cronico, con cui la fibromialgia può sovrapporsi. A carico delle estremità vengono frequentemente riferiti senso di gonfiore, parestesie o disturbi vasomotori. Si ritrovano costantemente punti dolorosi alla pressione delle inserzioni tendinee. Alcuni criteri diagnostici, tuttora applicati, sono stati validati nel 1990 dall’American College of Rheumatology (ACR).

Ripercussioni sull’umore e sul benessere

I cambiamenti del tono dell’umore o del pensiero sono comuni nella fibromialgia e in un quarto dei casi la depressione o i disturbi d’ansia lamentati sono reali. È importante ricordare che il dolore cronico in generale è di per sé una potenziale causa di ansia, depressione e difficoltà di concentrazione. La compresenza di disturbi del sonno non può ovviamente che accentuare le ripercussioni della fibromialgia sullo stato psicofisico. Altri possibili disturbi sono cefalea, specialmente di tipo muscolo scheletrico, emicrania, dolori addominali, colon irritabile (alternanza di stipsi e diarrea) e spasmi vescicali, responsabili della necessità di urinare spesso.

Criteri di approccio

Il trattamento della fibromialgia comporta il ricorso a terapie sia farmacologiche sia non farmacologiche, come misure di sostegno psicologico, programmi di esercizio fisico e tecniche di rilassamento. Considerando che non esiste ancora un trattamento curativo di questa malattia, la terapia mira unicamente a migliorare i disturbi funzionali, il dolore e la disabilità sociale. Fondamentale, dunque, è la rassicurazione e la proposta delle strategie di volta in volta più mirati ai sintomi già illustrati, tra cui l’astenia, i disturbi del sonno e gastrointestinali, acufeni, vertigini e disturbi dell’equilibrio (possono essere erroneamente attribuiti ad artrosi cervicale o a patologie dell’orecchio interno, ma rientrano a pieno titolo tra le possibili manifestazioni della fibromialgia), mal di testa, difficoltà di concentrazione, ansia, tachicardia, sensazione di freddo o caldo intenso. Alla luce di questi elementi si possono trarre due importanti riflessioni conclusive: innanzitutto ogni caso è diverso per sintomatologia e decorso, e merita pertanto un approccio del tutto personalizzato; in secondo luogo la fibromialgia non deve essere considerata una malattia psicosomatica ma al contrario una patologia cronica e multifattoriale gravata da pesanti ripercussioni  sulla sfera psico-comportamentale e fisica.

Fonti

  1. Sarzi Puttini PC. La sindrome .bromialgica: aspetti e informazioni per il paziente. ANMAR Onlus. https://www.anmar-italia.it/wp-content/uploads/2013/04/ANMAR_Opuscolo_Fibromialgia.pdf

  2. abarbrescia.org/wp-content/uploads/2020/05/Dossier-Fibromialgia.pdf

  3. https://www.adnkronos.com/fibromialgia-fabio-aisf-noi-malati-invisibili-in-attesa-di-riconoscimento_1L6Qc2Kaydazgdm4eAZtXF

  4. fibromyalgia.it