Il mal di testa cronico riconosciuto come malattia sociale
Le persone che nel nostro Paese soffrono di emicrania e di altre forme di mal di testa in modo cronico possono guardare al futuro con un po’ più di ottimismo. Il Senato della Repubblica ha infatti approvato in via definitiva una nuova legge che riconosce a questo disturbo lo status di “malattia sociale”. Si tratta cioè di una condizione patologica che riguarda moltissimi soggetti, che può avere gravi conseguenze e predisporre ad altre malattie. Necessita inoltre di cure prolungate, con un alto costo per la società. Di conseguenza, i pazienti avranno diritto a speciali tutele sociali e lavorative.
Grande soddisfazione è stata espressa dalle tre principali società mediche che si occupano di emicranie e cefalee: la Società Italia di Neurologia (SIN), la Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC) e l'Associazione Nazionale per la Ricerca sulle Cefalee (ANIRCEF).
“Confidiamo che alla nuova legge seguano rapidamente norme attuative che migliorino sia i percorsi diagnostici e terapeutici sia le condizioni sociali dei pazienti affetti da forme primarie di cefalee croniche", si legge in una nota congiunta.
I criteri per godere dei vantaggi della legge sono abbastanza stringenti: il testo di legge parla di “cefalee croniche primarie”, cioè non sporadiche e non correlate ad altri disturbi, come traumi, disturbi vascolari a carico del cervello (come l’ictus) e patologie del cranio non vascolari (come tumori cerebrali, ipertensione o ipotensione liquorale).
Tra le cefalee croniche primarie ricadono tutti i diversi tipi di mal di testa più diffusi, quali:
- l'emicrania cronica, un disturbo che si stima riguardi il 2-4% del totale dei pazienti che soffrono di emicrania, che sono circa un quarto della popolazione totale
- la cefalea di tipo tensivo, la forma più comune di mal di testa, che viene avvertito su entrambi i lati del capo [1]
- la cefalea a grappolo, che si manifesta con attacchi brevi (1-3 ore) ma molto intensi e lancinanti che si susseguono una o più volte al giorno per un periodo di tempo di circa due mesi (grappolo), alternati a periodi senza dolore.
Inoltre, la cefalea dev’essere accertata da almeno un anno, con un effetto invalidante diagnosticato da uno specialista in un centro accreditato. Le forme del disturbo riconosciute sono:
- emicrania cronica e ad alta frequenza
- cefalea cronica quotidiana con o senza uso eccessivo di farmaci analgesici
- cefalea a grappolo cronica
- emicrania parossistica cronica
- cefalea nevralgiforme unilaterale di breve durata con arrossamento oculare e lacrimazione
- emicrania continua.
L’approvazione della legge è solo il primo passo di un lungo percorso burocratico. Il prossimo dovrebbe essere un decreto del Ministro della Salute che individui progetti finalizzati a sperimentare metodi innovativi di presa in carico delle persone con cefalea, definendo al contempo i criteri e le modalità con cui le Regioni dovranno attuarli.
Fonti
Società italiana per lo studio delle cefalee (SISC) – comunicato congiunto SIN-SISC-ANIRCEF
http://direnl.dire.it/psicologia/anno/2020/luglio/21/?news=15
Istituto superiore di Sanità - Cefalea di tipo tensivo
https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/c/cefalea-di-tipo-tensivo