Quando il mal di testa dipende dall’assetto della bocca

Tra queste, una che non deve essere mai trascurata è legata a un problema di pertinenza del proprio dentista. In altre parole, sarebbe proprio lui il professionista nella migliore condizione per fare una diagnosi che altrimenti potrebbe risultare laboriosa, lunga e dispendiosa. Prima di fornire qualche elemento generale per spiegare i possibili legami tra assetto della bocca e mal di testa, però, è bene precisare che nella Classificazione Internazionale delle Cefalee si ritrova un intero capitolo espressamente dedicato ai “disturbi di cranio, collo, occhi, orecchie, naso, seni paranasali, denti, bocca o altre strutture faciali o cervicali”. Nello specifico la classificazione contempla una “Cefalea attribuita a disturbi dei denti”, denotata con il codice 11.6, e una “Cefalea attribuita a disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare (codice 11.7).  Sono entrambe cefalee secondarie, in quanto dipendenti da una causa specifica, e possono acquistare caratteri diversi. Entriamo allora nel merito di queste due particolari tipologie di mal di testa, premettendo che ovviamente la diagnosi presuppone l’individuazione di una problematica inequivocabilmente legata all’apparato masticatorio, che comprende numerosi componenti, tra cui denti, strutture ossee, muscoli, legamenti, nervi e la già citata articolazione temporo-mandibolare.

 

Problematiche dentarie

Non è questa la sede per trattare le numerose problematiche che possono interessare la varie componenti della bocca, a partire da denti, gengive e strutture periodontali (carie, ascessi, periodontiti, eruzione parziale dei denti del giudizio). L’elemento caratterizzante è in ogni caso la stretta relazione tra i disturbi dei denti e la cefalea, che può accentuarsi in caso di compressione, sondaggio o palpazione del dente affetto.Il dolore solitamente è acuto, localizzato ed evocato da stimoli quali la temperatura e la masticazione.

 

La malocclusione

Grazie ai muscoli che vi si inseriscono, la mandibola, se pure per brevi tratti, è in grado di compiere movimenti su vari piani e in tutte le direzioni. Fondamentale per l’alimentazione è la posizione di massimo contatto tra le superfici dentali, definita “occlusione” che, attraverso un preciso coordinamento muscolare, viene raggiunta al termine di ogni ciclo masticatorio e di solito prima di ogni atto di deglutizione.. Interferenze nei corretti movimenti della mandibola, come per esempio la presenza dei cosiddetti “contatti prematuri” tra i denti, determinano un aumento dell’attività muscolare che, se protratta nel tempo, porterà alla comparsa di dolore di tipo miofasciale che, per le sue caratteristiche, talvolta può far pensare ad altre cause e può assumere connotati diversi. Il dolore che origina dai muscoli masticatori e da quelli cranio-cervicali è generalmente descritto come  sordo, continuo e  opprimente, oppure assimilabile ad una fascia stretta intorno alla testa. Il sistema muscolo-scheletrico masticatorio condiziona inoltre la postura, in particolare della testa: da qui il concetto di “disordine cranio-mandibolare”, che raggruppa questi disturbi e ne spiega la vasta eterogeneità per quanto riguaarda la localizzazione, l’intensità e il decorso.    

 

L’articolazione temporo-mandibolare

È un’articolazione delicata e complessa, bilaterale, che connette il ramo della mandibola all’osso temporale,  interviene nella masticazione e nella fonazione e può essere coinvolta sia direttamente, per esempio in un evento traumatico, sia indirettamente, come per esempio in presenza di malocclusione dentaria. La diagnosi, sulla base dei criteri comunemente impiegati, è chiara se la comparsa del mal di testa è riconducibile a una disfunzione dell’articolazione, se la cefalea peggiora con i movimenti della mandibola, siano essi di normale masticazione o “parafunzionali” come il bruxismo (digrignamento notturno) e se la palpazione locale o la mobilizzazione passiva della mandibola evocano dolore tipicamente localizzato nella regione articolare.

 

Come si affronta

Un aspetto importante, come già detto, è una diagnosi corretta e tempestiva: un controllo regolare dal dentista è senz’altro utile per rilevare eventuali problemi, come per esempio un principio di carie, prima ancora che possano dare luogo a sintomi. Va poi da sé che la cura di queste forme di mal di testa, al di là del trattamento sintomatico del dolore, deve partire dalla risoluzione della causa responsabile e naturalmente dalla prevenzione, attraverso una corretta igiene orale e, ove necessario, strategie mirate indicate dal proprio medico o dentista, come per esempio l’impiego di uno splint (o bite), esercizi per la muscolatura masticatoria, aggiustamenti dell’occlusione o una combinazione di queste strategie..  

Fonti

  1. Classificazione Internazionale delle Cefalee – 3° Edizione. Disponibile da: https://ihs-headache.org/wp-content/uploads/2020/05/3930_ichd-3-italian.pdf

  2. Manrriquez SL, Robles K, Pareek K, Besharati A, Enciso R. Reduction of headache intensity and frequency with maxillary stabilization splint therapy in patients with temporomandibular disorders-headache comorbidity: a systematic review and meta-analysis. J Dent Anesth Pain Med. 2021; 21:183-205

  3. Graff-Radford SB, Abbott JJ. Temporomandibular Disorders and Headache. Oral Maxillofac Surg Clin North Am. 2016; 28:335-49

  4. Facco E, Zanette G, Favero L, Nardini LG, Sivolella S. Il dolore orofacciale cronico. J Dent Anaesth. 2008; 35:3-28

  5. Timmerman A, Parashos P. Management of dental pain in primary care. Aust Prescr. 2020; 43:39-44